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Come si misura il tempo di risposta del monitor?

BenQ
2020/08/20

Per delle piacevoli esperienze di gaming, il tempo di risposta del monitor deve essere rapido. Come facciamo a capire se lo è? Guardiamo le specifiche GtG e MPRT. Un monitor da gaming davvero di qualità dovrebbe avere entrambe le specifiche a 1 millisecondo, o poco più. Ecco perché. 

Il tempo di risposta è una delle specifiche più importanti di monitor e display. Assieme all’occhio umano, il tempo di risposta determina principalmente la coerenza dell’immagine per come la vedrà l’utente, se presenta sfumature, ghosting o trailing e se l’interazione è sufficientemente reattiva. Quest’ultimo elemento è di particolare importanza per il gaming. Una risposta non eccezionale si andrebbe a sommare all’input lag e renderebbe l’esperienza di gaming insopportabile. Un monitor veloce non è in grado di controllare il lag creato da controller, cavi e distanza assoluta ma, se non altro, svolge tutti i compiti richiesti quando entra in gioco.

I produttori come BenQ misurano i tempi di risposta dei monitor utilizzando principalmente due metodi. Il primo approccio, più obiettivo e diffuso, è il GtG. Il metodo MPRT, invece, prevede una maggior scala di grigi. Daremo un’occhiata a entrambi i metodi, per cercare di aiutarvi a capirli. Se non hai voglia di leggere tutto, cerca un monitor che abbia passato entrambi i test con valori inferiori ai 4 millisecondi. Più ci avviciniamo a 1 millisecondo, meglio è. Si parla molto di monitor a 0 millisecondi ma, al momento, la fisica esclude che sia materialmente possibile produrli. A meno che non riusciamo a superare la velocità della luce, un minimo di lag ci deve essere.

Da grigio a grigio: per sempre

Sono circa vent’anni che vediamo le risposte GtG dei monitor. Le misurazioni da grigio a grigio offrono l’indicazione del tempo di risposta del monitor più precisa e vicina al livello hardware possibile. Ci dicono quanto tempo ci mette un pixel a passare da un valore di grigio a un altro. Questo metodo è molto diffuso perché i pixel sono dei transistor a tutti gli effetti, oppure elaborano i vari elementi su molteplici livelli. Il livello base controlla la scala dei grigi ed è il più vicino al core di elaborazione e all’erogazione di potenza, per dire. Il tempo di risposta da un valore di grigio a un altro dovrebbe essere il più veloce: ovviamente è molto utile per il materiale commerciale, ma è anche la misurazione più onesta e semplice da fare. Per questo, è anche la più precisa.

Perché non si misura dal rosso al verde o dal blu al rosso? Perché  i colori sono gestiti dai livelli superiori dei transistor dei pixel e il modo in cui li producono varia incredibilmente da monitor a monitor, anche della stessa marca e della stessa serie. Alcuni monitor gestiscono i colori a gruppi di pixel, altri si affidano a livelli di Quantum dot per migliorare la resa dei colori. Sono tutte caratteristiche che aumentano il tempo di risposta. Un monitor potrebbe avere un tempo di risposta di 3 millisecondi dal rosso al verde e di 5 millisecondi da verde a verde, a seconda del valore di rosso e di verde cui ci riferiamo. Con una misurazione del genere, sarebbe praticamente impossibile avere un valore comprensibile, a meno che non vogliamo che i produttori ci diano un PDF più lungo di Guerra e pace.

 

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Al contrario, le scale di grigio sono uniformi, quindi se c’è 1 millisecondo dal grigio X al grigio Y, ci sarà sempre 1 millisecondo dal grigio Y al grigio Z. È importante considerare che i dati GtG non considerano il post-processing o i potenziamenti. Inoltre, non variano proporzionalmente al frame rate. È una misura del tempo che impiega il monitor a livello davvero base: per questo i dati GtG sono molto importanti. A voler essere assolutamente onesti, i dati GtG rappresentano la specifica più affidabile relativa al tempo di risposta. Un buon monitor per il gaming solitamente è al di sotto dei 4 millisecondi GtG, e molti si avvicinano a 1 millisecondo.

MPRT: nell’occhio del gamer

MPRT (Moving picture response time) significa letteralmente “Tempo di risposta dell’immagine in movimento” o “Tempo di risposta dell’immagine animata”. Il test misura quanto impiega un pixel ad apparire e rimanere visibile sullo schermo. Se rimane visibile a lungo, l’immagine in movimento creerà un maggior effetto sfocato e un maggior trail, o strascico. Il famoso test del disco volante, che forse avrai visto da qualche parte, dimostra esattamente questo. Il disco volante si sposta da una parte all’altra dello schermo, e i pixel si accendono e si spengono, il disco volante si muove, da sinistra a destra dello schermo, e poi da capo.

Un monitor veloce, con buone capacità di elaborazione e alimentazione gestisce l’attivazione e lo spegnimento dei pixel velocemente, e il disco volante si muoverà fluidamente sullo schermo, senza lasciarsi una scia alle spalle.

Nota che abbiamo detto “apparire”. A differenza del GtG, il MPRT è molto soggettivo. La sensibilità all’immagine sfocata o al ghosting varia incredibilmente da persona a persona, come la sensibilità verso la luce o la nausea su un mezzo di trasporto in movimento. Se un’immagine MPRT dà un valore di 5 millisecondi, significa che il pixel medio, sul monitor, rimane attivo per 5 millisecondi ogni volta che si accende. Ad alcuni sembrerà superveloce. Altri potrebbero notare che l’immagine è sfocata.

Inoltre, il MPRT dipende quasi completamente dal frame rate, cosa che con il GtG non avviene. A 1 millisecondo GtG, un pixel funziona sostanzialmente nello stesso modo su un TV da 30 Hz e su un monitor da gaming da 144 Hz. Ma con il MPRT, tecnicamente il tempo minimo di durata dell’accensione di un pixel dovrebbe essere determinato dalla frequenza di aggiornamento. Quindi un monitor da 144 Hz ha un MPRT minimo di 6,9 millisecondi (1/144 di secondo). Allora, come fa lo stesso monitor ad avere il MPRT a 1 millisecondo? Dato che il valore MPRT è molto soggettivo e variabile, è anche possibile migliorarlo con una buona tecnologia.

Proprio come il frame rate o la frequenza di aggiornamento, con un’intensificazione efficace, la performance MPRT va ben oltre i principi della fisica. L’inserimento di frame neri, la pulizia del movimento, l’overclocking, l’intensificazione del movimento il frame rate control... sono tutti modi per migliorare incredibilmente il movimento visualizzato su un monitor, per eliminare le eventuali sfocature o opacità.

Con impegno, è ragionevole raggiungere un MPRT basso. Che è quello che fa la differenza tra i monitor da gaming normali e quelli davvero di qualità. Ricordiamo che, sebbene sia soggettivo, il MPRT è in generale migliore del GtG, se si tratta di prevedere sfocature e opacità. Il GtG ci dà un numero definito che esprime il tempo totale di risposta, ma manca di dettagli, che è quello a cui serve il MPRT. Dettagli che, purtroppo, si pagano al prezzo dell’esperienza soggettiva.

Quindi? Qual è meglio?

Se un produttore fornisce solo il valore GtG, va bene. Per il gaming, l’importante è che sia al di sotto dei 4 millisecondi. La cosa ideale, però, sarebbe cercare un monitor che riporta anche i valori MPRT. Un monitor con MPRT da 1 millisecondo, di buona marca, ci dice che molti ingegneri hanno studiato il motion control e la regolazione dell’immagine, quindi che a qualcuno interessa davvero ottimizzare i pannelli per il gaming su quel modello di monitor. È raro che i monitor non pensati per il gaming riportino il valore MPRT. La sua presenza, all’interno delle specifiche, dice che abbiamo a che fare con dei progettisti che hanno pensato al gaming, cosa che è quasi sicuramente un buon segno.

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