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Ghostwire: Tokyo porta la magia del ray tracing su PC e PS5

BenQ
2022/07/18

Ghostwire: Tokyo, sviluppato da Tango Gameworks e pubblicato da Bethesda, ha avuto bisogno di diversi anni per passare dalla presentazione all'uscita ed rimasto avvolto nel mistero fino alla pubblicazione. Sapevamo che il gioco si sarebbe svolto a Shibuya e che sarebbe stato un titolo d’azione in prima persona con ambientazione soprannaturale, ma non molto di più. A nostro modesto parere, è uno dei videogiochi più piacevoli e sorprendenti degli ultimi anni.

 

Soprattutto per chi ama la grafica su PC e, in misura minore, su PS5, Ghostwire: Tokyo offre senza dubbio la migliore implementazione del ray-tracing, al di là delle dimostrazioni tecniche. Se apprezzi una buona trama, un mondo di gioco affascinante e una potenza tecnologica notevole, allora Ghostwire: Tokyo è da comprare.

Ghostwire Tokyo on PC and PS5

Un open world dall’oltretomba

Ghostwire: Tokyo è considerato il primo di una serie, “: Tokyo” è il per questo, i prossimi titoli dovrebbero essere ambientati in altre città. Non è esattamente un open world, il design è più simile a un open area, ma la mappa è discretamente grande. Ovviamente, il gioco contiene elementi horror soprannaturali e il protagonista è Akito, uno studente dell'università. Il nostro eroe si ritrova da solo in una Shibuya, uno dei quartieri più famosi di Tokyo, in cui è sempre notte. Sono rimasti solo Akito, l’amico KK e un bel po’ di spettri strani e aggressivi. Non tutti però sono cattivi, perché ci sono molti spiriti PNG amichevoli che ti propongono interessanti missioni secondarie, utili tengu a cui aggrapparti e, naturalmente, gatti mercanti che parlano. Dopotutto, si tratta di un gioco giapponese, realizzato dai creatori di The Evil Within, la serie cupa e bizzarra, in cui c’era un gatto molto importante.

 

La vera stella del gioco è Shibuya. Benché non sia una mappa precisa del quartiere reale, il gioco ne offre una rappresentazione vasta e molto convincente. Ci sono numerosi luoghi e oggetti da collezionare che offrono un'idea della cultura giapponese, con particolare attenzione al cibo, perché Akito ha bisogno di cibo per mantenersi in forze mentre lui e KK cercano di capire il motivo della sparizione di tutti quanti e come trovare la sorella di Akito.

 

Ci sono porte torii da pulire, santuari da visitare e diversi tipi di combattimento. Anche se l’open world non è vasto come quelli di Elden Ring o Assassin's Creed Valhalla, quello di Ghostwire: Tokyo concentra al suo interno un gran numero di texture e contenuti. Inoltre, c'è molta attenzione per i dettagli. Ad esempio, le macchine occidentali come le Ford e le GMC, hanno la guida a sinistra, mentre le altre (quelle giapponesi) ce l’hanno a destra.

Recitazione eccellente

I botta e risposta tra Akito e KK sono indimenticabili. E sono legati molto alla situazione, quindi dipendono da cosa fai e da dove sei. Anche il cast di contorno, costituito da cani, gatti, spiriti e cattivi, è superlativo. L'antagonista primario è un uomo misterioso con una maschera hannya. È lo stesso che compare nell'immagine di copertina e di cui non si sa molto all'inizio della storia. Comunque sia, anche lui ha un sacco di battute fantastiche ed è un cattivo molto memorabile. Non c'è da sorprendersi, visto che la Tango Gameworks ha già dimostrato la propria abilità nel creare cattivi divertenti con The Evil Within 1 e 2.

Spettacolarità visiva

Adesso arriva la parte davvero interessante. Ghostwire: Tokyo non ha solo un gameplay solido e una trama che regge, ma è anche una specie di capolavoro tecnico. Anche se i personaggi, gli oggetti e le texture non sono i più dettagliati al mondo e il paesaggio non è poi così vario, il gioco ha un'illuminazione incredibile. Shibuya di notte e con la pioggia ha bisogno di una illuminazione di qualità, e Ghostwire: Tokyo mantiene le promesse.

 

Lo stesso vale per il ray tracing. Se i videogiochi caratterizzati da ambientazioni luminose non hanno bisogno del ray tracing, quelli ambientati in una città buia e piovosa, piena di insegne al neon, sono sicuramente un'ottima occasione per utilizzare questa tecnologia. E Ghostwire: Tokyo non delude. Ci sentiamo di dire che, per ora, si tratta di una delle migliori implementazioni del ray-tracing. Il modo in cui gli oggetti si riflettono nelle pozzanghere e sulle varie superfici è davvero impressionante. Nonostante l’uso notevole di ray tracing, il gioco gira molto bene su PC grazie a un buon utilizzo di NVIDIA DLSS, che abbiamo anche scelto noi. Ma puoi anche optare per AMD FSR o Epic Unreal Engine TSR per ottimizzare l’upscaling della risoluzione e liberare risorse che la GPU può convogliare nel ray tracing.

 

Su PS5, Ghostwire: Tokyo ha sempre un aspetto fantastico, ma ovviamente non così eccezionale come su un PC valido. L'effetto del ray tracing è un po' attenuato, ma di sicuro effetto. Consigliamo di giocare il titolo su PC.

Ghostwire: Tokyo su monitor e videoproiettori BenQ

Ghostwire: Tokyo va giocato in 4K a 60Hz almeno, il che è abbastanza fattibile. L’EX3210U di BenQ è il monitor ideale, soprattutto perché è in grado di raggiungere 600 nit in HDR. Ma un'alternativa ancora migliore potrebbe essere quella di collegare il PC al videoproiettore da gaming BenQ X3000i, che ha una luminosità di ben 3000 lumen e una frequenza di 4K a 60Hz con un lag di ingresso totale di soli 16ms. L'X3000i copre anche la gamma cromatica estesa DCI-P3 al 100%, e in più potrai goderti il videogioco su uno schermo da 150". Cosa che la TV non fa.

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